Dopo un’iniziale prima fase di carriera da permanent, cosa spinge una/un professionista a scegliere di diventare Temporary Manager? Quali sono le “carte” giuste per svolgere questa professione? Ecco alcune nostre riflessioni che speriamo possano essere utili per chi sta valutando questa opportunità professionale!
Un mondo che cambia, una professione che evolve
Negli ultimi anni il mondo del lavoro sta subendo profonde trasformazioni, accelerazioni e aumento della complessità. Il patto professionale che tradizionalmente legava le persone alle aziende si è man mano trasformato ed è diventato più “fluido”. Le carriere tradizionali, il passaggio dei saperi e le stesse competenze ritenute chiave nelle organizzazioni del passato sono frutto di una trasformazione continua ma soprattutto sono diventati fattori “non vincolanti” per le persone. Secondo l’ultimo report su lavoro del WEF la digitalizzazione eroderà circa 92 milioni di ruoli nel mercato del lavoro globale dei prossimi 5 anni e creerà 170 milioni di nuovi ruoli e nuove competenze sulle quali è cruciale investire. Questo quadro indica da un lato una tendenza all’incertezza – del lavoro, dei saperi, delle carriere –, ma anche una possibilità a stare in un contesto più dinamico, meno rigido. Incerto, ma in fermentazione continua.
In questo contesto in evoluzione, la carriera del Temporary Manager rappresenta un’interessante opportunità. Questa professione è emersa in modo graduale nel panorama professionale italiano.
Ma chi è esattamente questo professionista? Il Temporary Manager è un manager altamente qualificato che viene inserito temporaneamente all’interno di un’azienda per gestire un progetto specifico o una situazione di importante cambiamento, o per colmare un vuoto organizzativo.
Tradizionalmente il Temporary Manager arriva da una lunga esperienza aziendale per poi concludere gli ultimi anni di carriera come libero professionista. Ora, questo paradigma sta evolvendo rapidamente. Oggi, ciò che conta per diventare Temporary Manager è che l’esperienza pregressa sia ampia e diversificata. Quindi non sono qualificanti esclusivamente gli anni di gavetta, ma anche la complessità delle sfide gestite e gli obiettivi raggiunti.
Il Temporary Management è un’opportunità per chi vuole essere agente di cambiamento, per chi cerca occasioni in cui mettere a valore le sue competenze e per chi desidera alimentare continuamente la propria conoscenza in ambito di gestione aziendale.
Attivare il cambiamento si può, anzi, si deve!
A differenza del consulente, il Temporary Manager assume responsabilità diretta e opera all’interno dell’azienda come parte integrante del team. Si fa carico non solo di proporre un piano d’azione, ma anche di implementarlo.
Per questo motivo, come Temporary Manager, l’essere portatori di cambiamento non è un’opzione, ma è ciò che si deve fare. Una volta entrati in azienda, infatti, si è legittimati ad attivare le azioni di miglioramento concordate con la direzione aziendale. Ecco perché diventare Temporary Manager è particolarmente stimolante per tutti quei professionisti che vogliono mettere a disposizione la propria competenza in contesti aziendali in cui il cambiamento è una priorità, non un nice to have.

Ogni progetto è fonte di apprendimento del saper fare e del saper essere
La professione del Temporary Manager è per sua natura eclettica. Affrontando progetti diversi, in aziende sempre diverse, un Temporary Manager è continuamente immerso in contesti che presentano opportunità di apprendimento e di sviluppo della propria competenza.
Le occasioni sono quindi tante. Ma si è pronti a coglierle? Noi di Percinque abbiamo la prova che, per i Temporary Manager che collaborano con noi, la risposta a questa domanda è affermativa. A riprova di questo c’è la sempre numerosa partecipazione ai momenti di formazione che organizziamo sia su argomenti tecnici che sulle competenze relazionali.
Infatti, oltre alle competenze di mestiere – il saper fare –, un Temporary Manager deve essere preparato nella gestione delle relazioni interpersonali – il saper essere.
In questo ruolo valgono in modo equivalente tanto le competenze verticali di mestiere quanto le competenze sociali, che ci qualificano come professionisti in grado di stare in contesti diversi ed essere agenti del cambiamento.
La propensione ad apprendere è una caratteristica distintiva di chi pratica questo mestiere.

Liberi professionisti, ben accompagnati e non soli
L’Italia è un Paese dove la cultura del posto fisso ha influenzato intere generazioni e anche sistemi e norme. Oggi anche da noi il mondo del lavoro sta cambiando. Se l’usanza fino a 8-10 anni fa era la carriera all’interno di poche aziende (a volte una soltanto), oggi il cambiamento è un nuovo driver motivazionale.
Anche all’interno delle organizzazioni le carriere sono diventate meno certe ma soprattutto molto più influenzate da variabili esterne. Questo ha aperto le porte a nuove riflessioni: da un lato, le aziende sono decisamente più aperte a inserire figure come il consulente o il Temporary Manager; dall’altro le persone ambiscono a sperimentarsi in ambiti o contesti diversi.
Da questo punto di vista, il mondo del lavoro è molto più frammentato ma anche più aperto a sperimentare figure con percorsi non lineari. Il Temporary Management è dunque una buona opportunità e il mercato del lavoro, in questo senso, è molto vivo e dinamico.
Da liberi professionisti, però, sempre più ci si può trovare ad agire in contesti complessi in cui è facile sentirsi “soli”. La mission di Percinque è quella di creare un ecosistema professionale dove si costruiscono ponti, giunture di collegamento: da un lato attraverso eventi ad hoc per i Temporary Manager che collaborano con noi, dall’altro attraverso la modalità di lavoro “in squadra”. Un nostro valore è “Viene prima il noi dell’io”. Lo mettiamo in pratica quotidianamente attraverso le tante figure che collaborano durante le varie fasi di un progetto di Temporary Management. Non si tratta solo di colleghi Temporary Manager ma anche di altri professionisti che, insieme ai Temporary Manager, lavorano affinché ci siano le condizioni migliori per raggiungere con soddisfazione gli obiettivi progettuali.
Carriera SÌ/Carriera NO: libertà di espressione
Oggi il concetto stesso di carriera è molto cambiato: la carriera professionale può essere attraversata da cambi, turning-point, periodi come dipendente intervallati da altri come libero professionista.
A differenza di qualche tempo fa, si può scegliere di intraprendere la carriera da libero professionista in qualunque momento del proprio percorso professionale – in passato, questa scelta si faceva a inizio o a fine carriera e, una volta compiuta, era difficile riconvertirla-. Inoltre, ad oggi, i cambi di rotta sono parte integrante della carriera stessa.
Scegliere di sperimentarsi e diventare Temporary Manager risponde ad alcune esigenze e motivazioni: muoversi in contesti e su progetti diversi, gestire il proprio tempo con flessibilità, avere libertà di movimento rispetto alle regole del contratto di tipo subordinato, portare il proprio contributo e il proprio sapere verso obiettivi concreti e incidere con più libertà di espressione.
Di contro è necessario investire costantemente nel proprio sapere, organizzare il proprio conto economico con lungimiranza e autonomia, investire in relazioni professionali solide e affidabili.
E tu di che carriera sei? Liscia gassata o……Temporary
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