La figura del Chief Transformation Officer (a volte abbreviato nell’acronimo CTO) gioca un ruolo primario nello sviluppo delle aziende di successo. La filosofia del cambiamento continuo è infatti sempre più necessaria nelle strategie aziendali, perché le imprese devono confrontarsi con una tecnologia e una cultura che mutano a una velocità mai prima d’ora vista.
Diventa quindi necessario che ci sia una persona, nei vertici dell’azienda, che sia dedicata al cambiamento, che lo promuova, lo guidi e ne diffonda la cultura in tutta l’organizzazione aziendale.
In questo articolo avremo il contributo di Giovanni Scarlini*, un top manager che collabora con Percinque e che negli anni ha gestito numerosi interventi di Trasformazione in aziende industriali.
Ma cosa è la Trasformazione?
Cambiare un processo produttivo, introdurre delle nuove tecnologie, modificare un’organizzazione aziendale non sono Trasformazione! Sono “semplicemente” dei cambiamenti aziendali, gestiti tramite il change management di cui abbiamo già parlato. Trasformazione, invece, è una filosofia che permea tutte le persone di un’azienda, è un’attitudine verso la ricerca continua di nuove soluzioni che portino benefici all’azienda e, di conseguenza, alle persone che vi lavorano.
Le persone sono dunque al centro del processo di Trasformazione aziendale. Questo significa che dal CEO sino al dipendente più junior, tutti contribuiscono nelle loro capacità al miglioramento del funzionamento dell’organizzazione, dei suoi processi e dei suoi output.
Cos’è un Chief Transformation Officer?
È dunque chiaro che una tale filosofia non può nascere e crescere senza che qualcuno, al vertice, non la abbracci per primo: ecco il CTO!
Ma il ruolo del Chief Transformation Officer non può essere definito in maniera univoca. Esso dipende dal tipo di intervento che gli viene richiesto. In un interessante articolo della società di consulenza McKinsey & Company, i CTO vengono divisi in 3 categorie.
- I Responder: cioè quelle figure che sono chiamate a rispondere a situazioni di crisi o a mutamenti importanti del quadro macroeconomico, della concorrenza o del mercato. Esse devono stabilizzare l’azienda, evitare che essa entri in una spirale negativa, e devono migliorare velocemente le finanze e i ricavi.
- I Revitalizer: di fronte a una situazione in cui un’azienda fatica ad andare avanti, a crescere, perde la sua spinta vitale, il CTO si fa promotore di miglioramenti delle performances aziendali in un’ottica di lungo termine. Deve enfatizzare la motivazione e l’empowerment dell’organizzazione, e ispirare i dipendenti per il nuovo percorso che li attende.
- I Reinventor: il CTO qui assume il ruolo di guidare l’azienda attraverso un cambio radicale di mission, vision e strategia aziendale verso un’era orientata al futuro, una nuova fase della vita aziendale. L’enfasi è sull’introdurre nuove idee, talenti e competenze e, quindi, nuove organizzazioni, processi e tecnologie.
Anche Giovanni Scarlini concorda con il fatto che per definire la funzione del CTO bisogna considerare il tipo di intervento che viene richiesto. Giovanni, dunque, divide fra:
- Interventi di natura strategica, nei quali si devono revisionare gli obiettivi di lungo termine della società e si deve portare l’azienda in una nuova era, disegnando una nuova organizzazione.
- Interventi in situazioni di crisi/emergenza, spesso di natura finanziaria, nei quali il CTO deve trovare e implementare velocemente soluzioni che facciano uscire l’azienda dal pericoloso momento.
L’evoluzione del ruolo del Chief Transformation officer
In realtà, il CTO ha solo ultimamente assunto le mansioni sopra descritte. La figura nasce nei primi anni 2000 con l’emergere di nuove tecnologie digitali. Ma è con la globalizzazione del mercato e della concorrenza che le aziende hanno avuto necessità di gestire profondi cambiamenti di strategia. È questo che ha portato alla Trasformazione olistica prima citata e alla necessità del cambiamento continuo.
Le competenze e abilità del CTO
Poiché la Trasformazione riguarda in primis le persone, Giovanni, giustamente, pone l’enfasi su quelle skill che permettono al Chief Transformation Officer di incontrare le persone, capirle, capirne i loro “mal di pancia”, i loro desideri, i loro bisogni. Ma, ancor di più, ne deve ascoltare le paure perché ogni trasformazione porta del cambiamento e la reazione naturale delle persone al cambiamento sono la diffidenza, la titubanza, la paura. Il CTO efficace è quello che riesce a “togliere” queste paure alle persone, azione funzionale al successo del percorso di Trasformazione.
Sempre Giovanni sottolinea come il ruolo di Chief Transformation Officer impone di “… imparare a valutare le persone, i loro fabbisogni e le loro interazioni. Quando tu sai fare quello, anche se cambiano i paradigmi delle persone, ma sei accorto e rifai l’analisi, hai lo strumento che ti permette, a prescindere dai cambiamenti esterni, di avere le persone con te, di capire cosa vogliono.”
In sintesi, possiamo riassumere qui sotto le competenze tipiche del Chief Transformation Officer.
- Leadership strategica: Capacità di definire e comunicare una visione chiara e strategica per la trasformazione aziendale.
- Analisi e problem-solving: Competenze analitiche per identificare problemi e opportunità, sviluppando soluzioni innovative.
- Gestione del cambiamento: Abilità nel guidare e gestire il cambiamento organizzativo, coinvolgendo e motivando i dipendenti.
- Conoscenze specifiche e/o tecnologiche: Abilità comprovate nei campi di competenza (finanziarie, IT, commerciale ecc.) e comprensione approfondita delle tecnologie emergenti e delle loro applicazioni aziendali.
- Gestione dei progetti: Esperienza nella pianificazione strategica e nella gestione di progetti complessi, assicurando che vengano completati nei tempi e nei budget stabiliti.
- Comunicazione efficace: Capacità di comunicare in modo chiaro e convincente con tutti i livelli dell’organizzazione.
- Attenzione e capacità di ascolto: ovvero capacità di leggere le situazioni e le persone, di cogliere anche i più fini messaggi, anche non verbali.
- Capacità di team management: cioè di riuscire a cucire insieme le esperienze dei diversi specialisti riuniti del team di Trasformazione
Le responsabilità del CTO
Nel suo ruolo, il Chief Transformation Officer ha, di solito, le seguenti responsabilità
- Sviluppo della strategia di trasformazione: Identificare le aree chiave di cambiamento e sviluppare una strategia complessiva per la trasformazione aziendale fissando nuovi ambiziosi obiettivi.
- Implementazione delle iniziative di trasformazione: Coordinare e gestire l’implementazione delle iniziative di trasformazione, assicurando il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
- Monitoraggio e valutazione: Monitorare i progressi delle iniziative di trasformazione e valutare i risultati ottenuti, apportando modifiche dove necessario, monitorando al contempo la partecipazione della squadra.
- Allineamento organizzativo: Assicurare che tutti i dipartimenti e i team siano allineati con gli obiettivi di trasformazione e collaborino efficacemente.
- Innovazione continua: Promuovere una cultura di innovazione continua, incoraggiando la sperimentazione e l’adozione di nuove tecnologie e metodologie.
- Gestione del rischio: Identificare e gestire i rischi associati ai processi di trasformazione, sviluppando piani di mitigazione.
CEO e CTO: due figure in contrasto?
La risposta è no. O meglio, dovrebbe essere no! Nella pratica, nelle situazioni dove una Trasformazione è necessaria, il ruolo dell’Amministratore delegato coincide con quello del Chief Transformation Officer. Sono estremamente rare le volte in cui le due posizioni vengono ricoperte da due persone diverse. In questo caso, la Trasformazione può avvenire solo quando il legame e concordanza di intenti tra il CEO e il CTO sono fortissime, come fortissimo dovrà essere il mandato che il CTO riceve.
Il contrasto, invece, scoppia più spesso tra il Chief Transformation Officer e gli altri stakeholder, in primis la proprietà. Infatti, Giovanni Scarlini afferma che la resistenza alla trasformazione è inversamente proporzionale al livello della gerarchia perché ai livelli più bassi c’è meno da perdere.
Chief Transformation Officer e il temporary management
Ricorrere a un temporary manager per gestire la Trasformazione può essere una soluzione in alcune occasioni. Ovviamente ci vuole un manager con esperienze abbastanza rotonde, ci dice Giovanni. Anche qui bisogna dividere la definizione del ruolo del Chief Transformation Officer a seconda del tipo di intervento.
- A volte è necessario uno specialista, cioè una persona con esperienza specifica (un CFO, un COO, un commerciale, un IT Manager…).
- Altre volte c’è bisogno di una persona che sappia creare e gestire il giusto team di persone (che diventano transformation officer), ovvero che riesca a mettere insieme i talenti giusti per portare a termine la Trasformazione.
Ma in ogni caso, la estraneità e la non appartenenza del temporary manager rispetto all’organizzazione da trasformare è un fattore estremamente utile al successo della Trasformazione. L’interim manager arriva nell’organizzazione con idee nuove e/o non conosciute dal personale dell’azienda, porta esperienze diverse, non è legato da cliché o da preconcetti, non ha interessi investiti nel mantenere lo status quo.
Percinque: Temporary Management a servizio delle aziende
Per le aziende che intendono ingaggiare un Temporary Manager per raggiungere obiettivi ambiziosi e realizzare progetti anche complessi, Percinque mette a disposizione una squadra completa con competenze manageriali differenziate, grazie a un network di manager con grande esperienza nell’affiancare le aziende verso il successo.
*Giovanni Scarlini opera come Temporary Manager e Consulente Aziendale. Nel passato ha ricoperto il ruolo di Amministratore delegato e Presidente presso numerose e importanti aziende.
Nota: In questo articolo vengono utilizzate le espressioni Manager, Imprenditore, Temporary Manager e simili in maniera neutra, cioè senza alcun riferimento al genere del manager, potendosi ovviamente trattare di un manager o imprenditore donna o uomo allo stesso modo.